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Nel 2022 la raccolta di plasma scende sotto i livelli del lockdown

Reumatologia Redazione DottNet | 12/01/2023 19:39

Meno 20mila kg in un anno. Italia lontana da autosufficienza

Il 2022 è stato un anno nero per la raccolta di plasma. Sono stati raccolti 842.949 chili, circa 20mila in meno rispetto al 2021. E il calo percentuale del 2,3% fa sì che la raccolta della parte liquida del sangue, necessaria alla produzione di farmaci salvavita, sia addirittura inferiore ai livelli del 2020, durante il lockdown. A lanciare l'allarme è il Centro Nazionale Sangue (CNS), che precisa come la causa principale del crollo della raccolta sia ascrivibile all'andamento dell'epidemia di Covid e in particolare alla variante Omicron. In corrispondenza dei picchi di contagi segnalati a gennaio, aprile e luglio infatti sono corrisposte brusche frenate nella raccolta di plasma (rispettivamente -10%, -13% e -6,7% rispetto all'anno precedente). Ma a incidere sul calo della raccolta di plasma, sottolinea il CNS, è anche una grave carenza di personale.   Questi numeri, dopo la ripresa dell'anno scorso, allontanano ulteriormente l'Italia dall'obiettivo autosufficienza. Per soddisfare il fabbisogno di medicinali plasmaderivati come l'albumina e le immunoglobuline, precisa il Centro Nazionale Sangue, il nostro paese è stato costretto a rivolgersi sempre più al mercato estero.

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L'Italia importa principalmente dagli Usa, dove pure la raccolta ha segnato il passo dal 2020, e questo ha comportato da un lato un aumento dei prezzi di questi prodotti e dall'altro il rischio che in futuro sarà difficile reperire farmaci utilizzati largamente anche in terapie salvavita. "Il plasma è una risorsa fondamentale per il sistema sanitario nazionale - spiega Vincenzo De Angelis, direttore del CNS - eppure sono ancora in pochi a essere a conoscenza della sua importanza. Contrariamente ai globuli rossi, l'Italia non è autosufficiente per il plasma e questo ci espone a dei rischi.  Fortunatamente la generosità degli italiani non è mai venuta meno, neanche nei momenti più bui della pandemia, e ci sono intere categorie di potenziali donatori che sarebbero ideali per il plasma, chi ha il gruppo sanguigno AB per esempio, o le donne, per un minore impatto su riserve di ferro e sui valori di emoglobina. Alla fine basterebbe solo uno sforzo in più da parte di tutti gli attori del sistema".

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